Sito componente n.  6 - I candidi gessi alabastrini

foto del bastione di San Leo (autore M.Vittoria Biondi)

In Comune di San Leo (RN) lungo il corso del Rio Strazzano, un piccolo affluente in sinistra idrografica del Marecchia, affiorano Gessi messiniani con le caratteristiche tipiche della Romagna orientale. Non si tratta quindi di strati di gessi macrocristallini formatisi in posizione primaria in ambiente di mare basso come quelli della Vena del Gesso o dei Gessi bolognesi, ma di gesso microcristallino alabastrino che si presenta in livelli sottili di colori caratteristici bianco e nero, alternato brecce costituite da residui di cristalli di selenite, prodotto di grandi frane sottomarine in ambiente marino più profondo.

Sia Pure di modeste dimensioni, nel Rio Strazzano sono presenti forme epigee, come doline, e forme ipogee costituite da grotte appartenenti a un interessante sistema carsico parallelo e sottostante pochi metri dal corso del torrente, dallo sviluppo di alcune centinaia di metri.

DIMENSIONI
• Core area: 119 ha
• Buffer zone: 165 ha

Contesto di tutela

  • 2 Geositi di rilevanza regionale: Calanchi e gessi di Legnagnone, Rio Strazzano e Dorsale di Monte Fotogno, Monte Tausano, Monte Gregorio, Monte San Severino
  • 1 Sito di importanza comunitaria ZSC-ZPS IT4090003 - Rupi e Gessi della Valmarecchia
  • Percentuale del bene che ricade in siti Rete Natura 2000: 100%

Valore geologico

IL GESSO ALABASTRINO

Nel sito è presente gesso in forma microcristallina (alabastro). La sua origine è legata alla seconda fase di deposizione dei gessi dell’Appennino settentrionale. Gli spessi depositi di gesso che si erano formati in ambiente di mare basso, ancora visibili lungo la Vena del Gesso e nei Gessi bolognesi, nella Romagna orientale, a partire da circa 5,6 milioni di anni fa, hanno iniziato a essere erosi e a franare nelle parti più profonde del bacino, frammentandosi e formando strati di costituiti da strati di detrito sabbioso - gessoso, alternati a strati di brecce costituite da resti di cristalli di selenite più grandi.  Questi strati sono stati poi sepolti da consistenti spessori (oltre 500 m) di sedimenti più giovani, al termine della crisi di salinità e in occasione del ripristino delle condizioni “normali” del Mediterraneo, consolidandosi in roccia e trasformandosi in anidrite (minerale simile al gesso ma senza acqua strutturale, invece presente nel gesso). Con il successivo sollevamento della catena appenninica e con l'esposizione in superficie della roccia, l’anidrite subì un nuovo processo di idratazione, trasformandosi in gesso alabastrino. Questo gesso microcristallino, quando è puro ha un tipico colore bianco candido, mentre gli strati di gesso grigio scuro devono il loro colore all'argilla e alla materia organica contenuta.

GROTTA DEL RIO STRAZZANO

Il Rio Strazzano, che ha inciso il bianco gesso microcristallino, lungo le pareti del suo corso ha creato anche un peculiare sistema carsico. Parallelamente al suo corso epigeo, il rio ha anche generato condotti carsici che oggi costituiscono il normale percorso di scorrimento delle acque. La valle esterna è sospesa a circa 1,5 m sopra la condotta carsica ed è normalmente asciutta, a meno che il sistema sotterraneo non sia completamente allagato. La condotta rappresenta l'unico esempio noto al mondo in cui i condotti carsici attraversano gesso alabastrino formatosi a spese dei cristalli di selenite. La cavità contiene cristalli che possono raggiungere i 30 cm di lunghezza.

Valore storico

Nel sito sono presenti testimonianze della ricerca mineraria di zolfo fin dall’800. Lo zolfo, infatti, estratto in Romagna per decenni in varie miniere, è associato alla presenza del gesso, formandosi da quest’ultimo nella fase di seppellimento, per reazioni chimiche complesse, dovute principalmente alla azione di batteri in presenza di sostanza organica. Poiché nella successione sedimentaria che costituisce l’appennino romagnolo, sotto i Gessi sono presenti formazioni geologiche ricche in argille bituminose, in varie parti del territorio si sono verificate le condizioni favorevoli alla formazione dello zolfo e allo sfruttamento minerario. La ricerca nel Rio Strazzano non ha tuttavia dato risultati tali da avviare un processo industriale.

Valore naturalistico

Oltre all’incomparabile valore geologico e paesaggistico, l’area offre una notevole ricchezza biologica. La vegetazione si presenta con numerosi tipi forestali e di prateria, tra i quali boschi mesofili a querce (soprattutto Roverella) e latifoglie miste (Laburno-Ostryon) come Acer obtusatum e Carpinus orientalis; querceti caducifogli con sclerofille mediterranee tipo leccio, fillirea, terebinto, ligustro, Pyracantha coccinea e Osyris alba; prati a Bromus erectus e Brachypodium pinnatum colonizzati da arbusti sparsi o raggruppati in piccole colonie dalla fisionomia variabile; vegetazione arbustiva a ginepri oppure raggruppamenti erbacei folti con Ononis masquillerii e radi con Astragalus monspessulanus e Coronilla minima. Presente anche l'orchidea Himantoglossum adriaticum, d'interesse comunitario.

L’avifauna annovera oltre 20 specie incluse nelle direttive europee, con una decina stabilmente nidificanti. Tra gli uccelli di interesse comunitario ricordiamo: albanella minore, succiacapre, calandro, calandrella, nibbio reale, specie localizzata in regione, falco pecchiaiolo.

Le rupi e le grotte sono rifugio per chirotteri troglofili. In particolare, rilevato recentemente è un complesso di nove specie di pipistrelli comunitari, tra cui Rhinolophus hipposideros, R. ferrumequinum, Myotis myotis, M. capaccinii, Miniopterus schreibersii.

Per maggiori informazioni: Evaporiti di San Leo (sito Rete Natura 2000 IT4090003 -ZSC-ZPS- Rupi e Gessi della Valmarecchia)