Sito componente n. 4 – I gessi di Bologna

foto della grotta del Farneto (autore F. Grazioli)

I Gessi bolognesi si presentano come una serie lineare di affioramenti lungo il margine appenninico immediatamente a sud del Capoluogo emiliano.

Le forme del paesaggio sono collinari, per lo più dolci, con frequenti alternanze di boschi (dove si ha roccia affiorante) e campi coltivati (a volte terreni di riempimento delle doline), anche se non mancano zone più spiccatamente rupestri e selvagge, nei versanti in cui si alzano i banchi gessosi.

La plurimillenaria interazione fra l’elemento naturale e quello antropico ha modellato e reso peculiare questo territorio, alternando, fin da medioevo, insediamenti fortificati (Gessi di Croara e Castel de’ Britti), monasteri (Croara), caratteristici borghi di gessaroli (Gessi, Casaglia e Monte Donato ad aree ancora naturali o seminaturali.

Oggi moderni insediamenti circondano i Gessi bolognesi, vista l’estrema vicinanza con la popolatissima pianura bolognese, e in vari luoghi le stesse colline di gesso ospitano numerose abitazioni, in una convivenza a volte problematica con i delicati ecosistemi evaporitici.

La presenza antropica non ha risparmiato, fino ad un recente passato, anche il sottosuolo con numerose grotte intercettate per una diffusa presenza di attività estrattive, oggi fortunatamente dismesse. D’altra parte, questa vicinanza alla città di Bologna, sede della più antica Università, e la facilità nel raggiungere i siti ha favorito gli studi scientifici fin dai secoli passati, rendendo questi luoghi la culla della speleologia mondiale, almeno per quanto riguarda le evaporiti.

DIMENSIONI
• Core area: 237 ha
• Buffer zone: 325 ha

Contesto di tutela

  • 1 Sito di importanza comunitaria IT4050001 - ZSC-ZPS - Gessi Bolognesi, Calanchi dell'Abbadessa
  • il Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa
  • 2 Geositi: Gessi bolognesi tra i torrenti Savena e Zena e Gessi bolognesi tra i torrenti Zena e Idice
  • Percentuale del bene che ricade in aree protette: 100%
  • Percentuale del bene che ricade in siti Rete Natura 2000: 100%

Valore geologico

I fenomeni carsici di superficie più impressionanti dell’area sono le grandi depressioni come la dolina della Spipola che, con oltre 600 m di larghezza e quasi 100 m di profondità, è la dolina in gesso più grande d’Europa, la dolina di Budriolo, e più a sud-est le doline dell’Inferno e di Gaibola associate alle ampie valli cieche Acquafredda e Ronzana. Fra le forme superficiali sono da menzionare le erosioni a candela (descritte nella dolina della Spipola per la prima volta dal Prof. Cappellini, nel 1876), prodotte dallo scorrere delle acque sulla superficie di pareti di gesso verticali, e i “tumuli” o “bolle di scorrimento”, che si formano per processi di dissoluzione e riprecipitazione di gesso in superficie su affioramenti esposti agli agenti atmosferici.

Per la loro estensione e varietà di forme, i fenomeni carsici ipogei nell’area tra i torrenti Savena e Idice sono tra i più significativi e importanti al mondo. Le caratteristiche tipiche sono gallerie a più livelli, pozzi e vaste camere di crollo. Sono censite circa 200 grotte per una lunghezza complessiva di oltre 30 km. Il complesso di grotte più esteso è il Sistema Acquafredda- Spipola-Prete Santo con risorgente nel Rio dell’Acquafredda che, con quasi 11 km di sviluppo ospita la grotta epigenica in gesso più grande al mondo.

Valore storico

Le numerose attività estrattive e di cava sviluppate nel passato e la assidua frequentazione dei luoghi hanno permesso di ritrovare numerose testimonianze della presenza dell’uomo dall’epoca preistorica. Due grotte (la Grotta del Farneto e la Grotta Serafino Calindri) presentano evidenti impronte e ampie testimonianze della presenza umana durante l’età del bronzo, mentre i sedimenti di molte altre conservano resti umani preistorici e fauna antica. Nei pressi della grotta del Farneto, nel cosiddetto “Sottoroccia”, costituito da una grotta non più presente perché intercettata da un’attività di cava, sono stati riesumati i resti e gli arredi funerari ornamentali di circa quaranta individui dell’età del Rame.

Nella zona della Croara (Monte Croara e Monte Castello) la dissezione artificiale, legata alle attività di cava, di paleodoline riempite da sedimenti antichi, ha permesso l’estrazione di un eccezionale giacimento di età pleistocenica con mammiferi di clima freddo (uri, bisonti, megaloceros, marmotte, ghiottoni, lupi, ecc.) e corrispondente avifauna, conservati e visibili presso Il Museo della preistoria Luigi Donini a San Lazzaro di Savena.  

Valore naturalistico

L’area racchiude anche un patrimonio naturale molto ricco di biodiversità con Habitat rari (Direttiva 92/43/CEE) quali: 6110* - Terreni erbosi Alysso-Sedion albi, 6210 - Formazioni erbose secche seminaturali Festuco-Brometalia con stupenda fioritura orchidee, 8210 - Pareti rocciose calcaree con veg. Casmofitica, 8240* - Pavimenti calcarei, 8310 - Grotte 209 cavità naturali, 9180 - Foreste versanti Tilio-Acerion, 91AA - Boschi orientali quercia bianca.

Il censimento naturalistico annovera un importante patrimonio vegetale e animale, composto da: oltre 350 specie di Macromiceti, 200 specie di licheni, 116 specie di muschi ed epatiche, 13 specie di felci, oltre 700 specie di Angiosperme; circa 100 specie di Carabidi, 192 specie di Lepidotteri, 26 specie di Odonati, 192 specie di Vertebrati (40% ER), oltre 100 di Uccelli, 48 Mammiferi, 130 specie da Direttive Habitat e Uccelli, 19 specie chirotteri di cui 8 di particolare interesse europeo.

Per maggiori informazioni: Gessi Bolognesi (Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa)