Bassa Collina reggiana
foto con la targa all'ingresso della Tana della Mussina (autore M.Vittoria Biondi
Sito componente n. 2 – I Gessi e le grotte di Matilde
Il sito dei Gessi della Bassa Collina Reggiana in Comune di Albinea è costituito da una serie discontinua di affioramenti gessosi disposti in strati molto inclinati lungo una sottile cresta in direzione WNW-ESE, parallelamente alla Via Emilia, dalla quale dista una dozzina di chilometri. I gessi, di età messiniana, deposti tra 5,97 e 5,6 milioni di anni fa analogamente a tutti gli altri siti componenti posti a Est, non spiccano nel paesaggio come la Vena del Gesso Romagnola, e sono riconoscibili per la presenza estesa di boschi circondati da colline argillose. Importante eccezione la Rupe del Castello di Borzano. Sono tuttavia estesamente presenti doline, forre e grotte (una quarantina) entro le quali si sviluppano numerosi sistemi carsici.
DIMENSIONI
• Core area: 274 ha
• Buffer zone: 1.385 ha
Contesto di tutela
- 1 Sito di importanza comunitaria IT4030017 - ZSC-ZPS - Ca' del Vento, Ca' del Lupo, Gessi di Borzano
- Paesaggio protetto “Collina reggiana - Terre di Matilde”
- 1 Geosito di rilevanza regionale (L.R. 9/2006): Gessi del Castello di Borzano “Castello di Borzano e 1 Geosito di rilevanza locale: gessi di Scandiano
- Percentuale del bene che ricade in aree protette: 100%
- Percentuale del bene che ricade in siti Rete Natura 2000: 95%
Valore geologico
Gli affioramenti di gesso messiniano benché meno spettacolari di altri siti UNESCO dal punto di vista del rilievo paesaggistico, ospitano tuttavia un carsismo molto evoluto e interessante. Tra i sistemi carsici il più importante è quello di Ca' Speranza-Mussina, che raccoglie la maggior parte delle acque dell'area a nord-ovest del Castello di Borzano. Le acque riemergono alla Tana della Mussina.
Valore storico
La tana della Mussina è senz’altro una delle grotte di primaria importanza per la ricerca archeologica ed etnografica nelle evaporiti dell’Appennino settentrionale, oggetto di studi da vari secoli. Le prime citazioni della Tana della Mussina le abbiamo da Antonio Vallisneri nel 1694, nei suoi “Quaderni di osservazione”. La prima notizia ufficiale della scoperta di un sito preistorico all’interno della Tana della Mussina è quella pubblicata alla fine del 1871 nell’Annuario della Società dei Naturalisti in Modena, in cui don Antonio Ferretti di S. Ruffino di Scandiano.
La frequentazione della Tana della Mussina è documentata nell’ età del Rame, a scopo funerario. Il sito ha restituito reperti databili tra i 3000 e i 2750 anni avanti cristo, costituiti da resti umani di almeno 10 individui, resti di animali e numerosi oggetti. Successivamente la grotta fu frequentata nuovamente in epoca storica, come testimoniato dalla presenza di monete di una zecca clandestina del diciassettesimo secolo.
Valore naturalistico
L'ambiente dei gessi, aspro e fortemente diversificato, si è conservato ricco di boschi e arbusteti, alternati a praterie e ambienti rocciosi. Sono abbastanza frequenti le presenze floristiche "mediterranee" amanti del caldo e dell'arido in stretta vicinanza con presenze d'alto Appennino legate a condizioni fresche e umide, favorita dall'alternanza di condizioni microclimatiche molto diverse a stretto contatto quali la rupe assolata e l'adiacente ombrosa forra o dolina.
Sono presenti habitat di interesse comunitario, alcuni dei quali prioritari. Si tratta di cenosi arbustive tipicamente collinari con ginepro o erbacee di tipo continentale arido, presenti anche su suolo roccioso.
Per maggiori informazioni: Bassa Collina Reggiana (Paesaggio Protetto della Collina Reggiana)